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Sull’importanza dello stretching siamo tutti d’accordo, ma…

Sia i professionisti dello sport che gli amatori sanno quanto sia importante il riscaldamento prima dell’attività fisica. Lo stretching serve ad allungare i muscoli, ossigenarli e prepararli al lavoro, ma recenti studi e test hanno evidenziato pro e contro in questa attività.

Io lo faccio prima
Tanti sono i motivi per riscaldare le fasce muscolari e preparare i tendini prima di una attività fisica e non solo per aumentare le prestazioni, infatti il benessere fisico del nostro corpo dipende anche dalla cura che gli dedichiamo in questa fase. Certo bisogna prestare molta attenzione a non forzare a freddo, potrebbe risultare controproducente, se non addirittura dannoso. Ecco che a fare la differenza è il tipo di approccio al riscaldamento, che in questa fase dovrà essere dinamico, dolce e graduale, soprattutto se deve preparare ad uno sforzo moderato e prolungato.

Stretching dinamico: tre buoni esercizi per cominciare
1. Oscillazione delle gambe: mantenendo dritta la schiena, slanciare una gamba avanti e indietro con ampio movimento (30 ripetizioni per gamba).
2. Ginocchia sollevate: durante una marcia sul posto o una marcia lenta, alzare il più possibile le ginocchia verso il petto (5 minuti).
3. Scalciata posteriore: slanciare una gamba alla volta all’indietro, cercando di toccare il gluteo con il tallone (30 ripetizioni per gamba).

E dopo che si fa?
Allungare le catene muscolari per agevolare l’irrorazione e l’ossigenazione aiuta l’organismo a drenare le sostanze di scarto. A fine allenamento, una sessione di stretching statico contribuisce ad un rapido recupero dallo sforzo, soprattutto se abbinato ad una corretta attività respiratoria, e ad evitare i classici dolori muscolari che insorgono dopo un’intensa attività fisica (fase DOMS). L’importante è affrontare con calma questa
sessione e non stressare ulteriormente la struttura fisica arrivando graduatamente a “fine lavoro”.

Stretching statico: come finire in dolcezza
1. Affondi: portare avanti una gamba per volta, come per compiere un ampio passo. Piegarsi sul ginocchio avanzato, mantenendo la schiena e la gamba arretrata dritte (10 affondi per gamba, mantenendo la posizione per 10 secondi).

2. Allungamento quadricipite femorale: afferrare il piede dopo aver piegato un ginocchio in posizione eretta, in modo che il tallone sia in contatto con il gluteo (mantenere la posizione per 20 secondi).

3. Allungamento da sdraiato: in posizione supina, afferrare un ginocchio dopo averlo portato verso il petto (10 flessioni per gamba, mantenendo la posizione per 20 secondi).

Il segreto è farlo bene
Come abbiamo visto, la questione non è quando fare stretching, semmai come metterlo in pratica con esercizi idonei sia prima che dopo la prestazione fisica. Un’attenzione particolare va data ai messaggi che il corpo ci invia durante le sessioni di stretching. Un segnale potrebbe essere il dolore che non è mai da trascurare, se è presente infatti significa che abbiamo raggiunto il punto limite per noi e forzare oltre non porterà ad alcun beneficio.